Andrea Bruno: Paesaggio con nemico
L’agonismo e la guerra attraverso il fumetto, a partire dall’ antica Grecia: questi i temi di Paesaggio con nemico, opera inedita di Andrea Bruno, le cui tavole saranno esposte a Carpi, presso lo Spazio Meme nel corso della mostra curata da Francesca Pergreffi e Filippo Bergonzini in occasione dell’edizione 2016 del Festival Filosofia. Le tavole in mostra saranno accompagnate dalla realizzazione di una grande opera a parete.
L'Agonismo di Andrea
Bruno
"Coloro
che si difendono sono uomini, così come sono uomini quelli che
attaccano"
Virginia
Woolf
Quando
penso alle opere di Andrea Bruno mi viene in mente subito il colore
nero profondo in lotta per uscire dal bianco della carta; la china
che si contorce e si contrae nello spazio del foglio, creando macchie
informi, generatrici di corpi e oggetti. Chiazze di nero denso che, a
suon di campiture piatte, si accostano tra loro dando vita
all'immaginario del fumettista. Le tavole sono un climax decrescente
di battaglia fra il nero della china e il bianco della superficie.
Osservando da vicino i fogli, le linee delle forme diventano
impercettibili, si dissolvono pian piano, dolcemente. Pur restando,
l'iniziale agonismo fra il nero e il bianco, avvicinandosi
ulteriormente va ad attenuarsi, ed entrambi i colori si fondono in un
unico punto, delineando così i contorni delle figure.
Se
per la sua esecuzione mi pare possa essere accostato a un
'macchiaiolo postmoderno', Bruno, per il suo modo di concepire la
visone globale della tavola (scelta e ideazione del soggetto) non mi
pare esagerato definirlo il Caravaggio dei fumetti. Egli predilige
sempre tematiche dove traspaiono: il disagio, la fragilità, la
marginalità e il conflitto esistenziale, sociale, politico. Bruno
non compie un atto di denuncia esplicita, fatta di slogan,
stereotipi, inquadrature tronfie e retoriche; si avvale piuttosto di
rimandi accennati, di citazioni frammentate, dettagli non
considerati, protagonisti minori e scenari atemporali e incongrui.
Nelle sue narrazioni non compaiono esplicitazioni schiette e
ridondanti, non gli occorrono slogan urlati a voce alta o eroi per
rafforzare i concetti e, sviscerando le tematiche, farsi comprendere.
Gli basta invece stravolgere lo sguardo, assottigliando il confine
fra alto e basso (non è un caso la sua scelta di fare fumetti,
considerati un'arte pop e per questo minore), ricercando e riportando
la banalità delle cose. I fatti accadono e lui li ri-porta
attraverso un'angolatura differente, composta da ambientazioni
inesistenti ma che potrebbero esistere e che richiamano il reale, di
frammenti letterari, silenzi, inquadrature cinematografiche delineate
dal nero e da personaggi che esistono ma che potremmo non scorgere
mai, dandoli per scontati poiché marginali
In
"Paesaggio con nemico" Andrea Bruno tratta il tema
dell'agonismo realizzando una storia breve in lingua greca antica. Il
fumettista intraprende un gioco d'incastri nel quale, tra i frammenti
di Eraclito, opliti, macchine abbandonate, graffiti, fotografie della
guerra civile di Cipro del 1964, l'unico elemento visivo costante e
dominante è il lirismo notturno. L'elegante composizione della
tavola, che si dispone come una scenografia teatrale sullo sfondo
della quale i protagonisti riecheggiano la ieraticità delle posture
dei vasi vascolari, fa da contraltare alla brutalità del messaggio:
l'agonismo della guerra civile. Una lotta perenne, indistinta,
interna, che si differenzia dalle guerre 'tradizionali' poiché non
vi sono più confini tra famiglia e stato, tra intimo ed estraneo: un
agonismo trasversale, dunque. La guerra civile appunto. Che, come
teorizza il filosofo Agamben nel saggio Stasis,
"assimila
e rende indicibili il fratello e il nemico, il dentro e il fuori, la
casa e la città. Nella stasis
l'uccisione di ciò che è più intimo non si distingue più da ciò
che è più estraneo".
Francesca
Pergreffi, settembre 2016