lunedì 19 settembre 2016

Andrea Bruno: Paesaggio con nemico

Andrea Bruno: Paesaggio con nemico






L’agonismo e la guerra attraverso il fumetto, a partire dall’ antica Grecia: questi i temi di Paesaggio con nemico, opera inedita di Andrea Bruno, le cui tavole saranno esposte a Carpi, presso lo Spazio Meme  nel corso della mostra curata da Francesca Pergreffi e Filippo Bergonzini in occasione dell’edizione 2016 del Festival Filosofia Le tavole in mostra saranno accompagnate dalla realizzazione di una grande opera a parete.




L'Agonismo di Andrea Bruno

"Coloro che si difendono sono uomini, così come sono uomini quelli che attaccano"
Virginia Woolf

Quando penso alle opere di Andrea Bruno mi viene in mente subito il colore nero profondo in lotta per uscire dal bianco della carta; la china che si contorce e si contrae nello spazio del foglio, creando macchie informi, generatrici di corpi e oggetti. Chiazze di nero denso che, a suon di campiture piatte, si accostano tra loro dando vita all'immaginario del fumettista. Le tavole sono un climax decrescente di battaglia fra il nero della china e il bianco della superficie. Osservando da vicino i fogli, le linee delle forme diventano impercettibili, si dissolvono pian piano, dolcemente. Pur restando, l'iniziale agonismo fra il nero e il bianco, avvicinandosi ulteriormente va ad attenuarsi, ed entrambi i colori si fondono in un unico punto, delineando così i contorni delle figure.


   


Se per la sua esecuzione mi pare possa essere accostato a un 'macchiaiolo postmoderno', Bruno, per il suo modo di concepire la visone globale della tavola (scelta e ideazione del soggetto) non mi pare esagerato definirlo il Caravaggio dei fumetti. Egli predilige sempre tematiche dove traspaiono: il disagio, la fragilità, la marginalità e il conflitto esistenziale, sociale, politico. Bruno non compie un atto di denuncia esplicita, fatta di slogan, stereotipi, inquadrature tronfie e retoriche; si avvale piuttosto di rimandi accennati, di citazioni frammentate, dettagli non considerati, protagonisti minori e scenari atemporali e incongrui. Nelle sue narrazioni non compaiono esplicitazioni schiette e ridondanti, non gli occorrono slogan urlati a voce alta o eroi per rafforzare i concetti e, sviscerando le tematiche, farsi comprendere. Gli basta invece stravolgere lo sguardo, assottigliando il confine fra alto e basso (non è un caso la sua scelta di fare fumetti, considerati un'arte pop e per questo minore), ricercando e riportando la banalità delle cose. I fatti accadono e lui li ri-porta attraverso un'angolatura differente, composta da ambientazioni inesistenti ma che potrebbero esistere e che richiamano il reale, di frammenti letterari, silenzi, inquadrature cinematografiche delineate dal nero e da personaggi che esistono ma che potremmo non scorgere mai, dandoli per scontati poiché marginali
In "Paesaggio con nemico" Andrea Bruno tratta il tema dell'agonismo realizzando una storia breve in lingua greca antica. Il fumettista intraprende un gioco d'incastri nel quale, tra i frammenti di Eraclito, opliti, macchine abbandonate, graffiti, fotografie della guerra civile di Cipro del 1964, l'unico elemento visivo costante e dominante è il lirismo notturno. L'elegante composizione della tavola, che si dispone come una scenografia teatrale sullo sfondo della quale i protagonisti riecheggiano la ieraticità delle posture dei vasi vascolari, fa da contraltare alla brutalità del messaggio: l'agonismo della guerra civile. Una lotta perenne, indistinta, interna, che si differenzia dalle guerre 'tradizionali' poiché non vi sono più confini tra famiglia e stato, tra intimo ed estraneo: un agonismo trasversale, dunque. La guerra civile appunto. Che, come teorizza il filosofo Agamben nel saggio Stasis, "assimila e rende indicibili il fratello e il nemico, il dentro e il fuori, la casa e la città. Nella stasis l'uccisione di ciò che è più intimo non si distingue più da ciò che è più estraneo".


Francesca Pergreffi, settembre 2016