martedì 7 giugno 2016

"Cosmo: genesi di un racconto a fumetti" mostra di Marino Neri

L’ esposizione, “Cosmo: genesi di un racconto a fumetti”, come si può dedurre dal titolo, ha l’intento di raccontare il background del fumetto “Cosmo” di Marino Neri, edito ad aprile del 2016, nella collana Coconino Cult dalla casa editrice Coconino Press. 

Dietro ad ogni libro a fumetti si cela una lunga ricerca su più fronti da parte dell’artista: il segno, la fisiognomica, lo studio del colore e del bianco e nero, l’ambientazione, la composizione formale della tavola, la sceneggiatura, i dialoghi, l’andamento rimico visivo e narrativo della storia. Con questa mostra si vuole mettere in luce il lavoro “dietro alle quinte”; focalizzare l’attenzione su come nascono e s’intersecano gli elementi segnici e narrativi, per scoprire com’è avvenuta la genesi del libro “Cosmo”. 


Le pareti dello Spazio Meme, di Carpi, con una grande installazione, diventano un ragionato patchwork visivo che comprende: brani di sceneggiatura; schizzi a matita; taccuini; fotografie di paesaggi; studi sugli ambienti; una scultura in lattice di Cosmo - il protagonista, che l’artista ha utilizzato per copiarne la fisionomia - ; tavole non inserite nella versione finale del racconto; studi sulle stelle e astri; libri da cui Marino Neri ha tratto le sue citazioni; studi per il passaggio dal bianco e nero dei disegni originali al colore delle tavole stampate sulle pagine del libro;  una selezione di tavole che si ritrovano nel libro e il libro a colori “Cosmo”. Guardando lo spazio espositivo, l’osservatore può conoscere in che modo Marino Neri ha affrontato le tematiche che hanno originato il libro: la Genesi, la Scrittura, la Citazione e l’Ispirazione, i Personaggi, Ambientazione. 






La Genesi: “All’inizio penso che a guidarmi sia una suggestione. Un’ immagine, una scena, un tono, forse sarebbe meglio dire un’atmosfera. La prima scena che ho disegnato ancor prima di lavorare alla sceneggiatura è quella in cui Cosmo si alza dallo scompartimento del treno per nascondersi in bagno. Mi è servita per tutto il tempo della costruzione del libro come riferimento a cui ritornare se sentivo di andar fuori strada. Ogni altra scena doveva avere una “temperatura” simile. Nell’immagine iniziale se ci ripenso c’è già tutto. Il passo successivo è quello di domandarsi se dietro a questa scena o immagine può esserci una storia.”

Sfogliando i taccuini, si può percepire come viene compiuta la tematica della Scrittura: “Per scoprire dove può andare la storia devo scrivere. La scrittura di un racconto a fumetti attraverso le tecniche della sceneggiatura però mi appartiene poco. Non riesco a visualizzare la storia se parlo di inquadrature, interni ed esterni. La scrittura serve per far fluire idee e personaggi; quindi si tratta più di un racconto. Il racconto è uno scheletro rafforzato, poi di quello che sarà il fumetto. Il lavoro che verrà dopo è quello di riadattare la scrittura al linguaggio del fumetto, a volte anche cambiando di molto ciò che ho scritto (spesso quello che funziona nella scrittura non funziona nel fumetto). Si tratta quindi di un doppio lavoro, ma non so fare altrimenti. Sarebbe molto più semplice visualizzare subito il fumetto attraverso il linguaggio tecnico della sceneggiatura. La costruzione di una storia è un lavoro di ricerca, quasi una spy-story nella narrazione stessa. Penso di lavorare contemporaneamente aggiungendo e togliendo, senza procedere con una idea ben fissa in testa se non quella della struttura della storia. L’importante è l’equilibro di tutti gli elementi messi in campo. Arriva un momento in cui, quasi per caso, le cose che sembravano disarticolate prendono una forma unitaria. Durante il lavoro al fumetto continuo a prendere appunti su piccoli quaderni. Mi concedo il lusso di modificare la storia anche all’ultimo se trovo che l’idea che sopraggiunta è più efficace. Questo dà al lavoro un senso poco programmatico ma mantiene una buona tensione con il racconto.



Leggendo i passaggi evidenziati nei libri collocati nel percorso espositivo, ci si può rendere conto di come vengano trattate le tematiche della Citazione e dell’Ispirazione: “Cosmo è un libro pieno di citazioni. Mi piace riempire i fumetti che faccio con materiale che nel frattempo leggo o guardo. L’idea delle stelle iniziali, che sono il coro e ci introducono nella storia, mi è venuta mentre riguardavo “La Vita è meravigliosa” di Frank Capra, anche se in quel caso le stelle impersonano dei Santi. Il racconto di Ismael sulle “teste” è ispirato al dialogo iniziale del “Woyzeck” di Georg Büchner. Mi piace pensare che ci sia un legame anche con un altro libro di Büchner, “Lenz”, almeno per quell’idea di “passeggiata dello schizofrenico” che sta alla base del libro. Dal drammaturgo tedesco a Werner Herzog, regista che amo molto, il passo è breve. Forse nella storia di Cosmo c’è qualcosa sia del ragazzo trovatello de “L’enigma Kaspar Hauser”che della “Ballata di Stroszeck” senz’altro per la struttura da “road movie”. L’idea dell’incessante dialogo fra Cosmo e il ragazzo ombra e degli esercizi di elencazione è lavorata su poche vignette di un vecchio fumetto di fantascienza “Vic & Blood” di Corben e Ellison… qui un cane telepate accompagna un ragazzino attraverso un mondo devastato da guerre. A dire il vero la struttura stessa di Cosmo potrebbe essere un po’ figlia di questo fumetto. Per la scena dell’assalto dei gatti, può essere che sia stato condizionato da una breve storia di “Kitaro” di Shigeru Mizuki… qui un’intera cittadina è stata scacciata da gatti indemoniati. Nella scena in cui Cosmo è rimasto intrappolato nella rete del pollaio c’è qualcosa del “Pinocchio” di Collodi, la parte in cui il burattino rimane preso dalla tagliola del contadino nel campo dove stava rubando l’uva moscatella.”.




Esaminando la scultura in lattice Cosmo e gli schizzi fisiognomici si può intuire il lavoro svolto per la creazione dei Personaggi, che avviene parallelamente al lavoro di scrittura. “La “psicologia” di un personaggio a volte viene caratterizzata prima attraverso il suo manifestarsi fisico. Così lo studio degli sguardi obliqui di Cosmo sopperiscono alla mancanza di parole che il personaggio avrà nel racconto. Dovrei fare più studi di “character design”. A volte, il perfezionamento di un personaggio avviene “in corsa”, qualche schizzo prima del lavoro sulle tavole. Ho sempre amato le pubblicazioni dei libri di Pratt che avevano all’inizio gli studi meticolosi dei personaggi, vestiti, armi e bandiere. Il tutto con una precisione da antropologo. Da bambino riempivo i quaderni di studi di personaggi, con appunti sulle loro caratteristiche fisiche. Per focalizzare meglio la fisionomia di Cosmo ho dovuto costruire un modellino tridimensionale, grazie al quale ho fissato il volto del personaggio. Chiunque faccia fumetti sa che una delle cose più difficili e tratteggiare i personaggi con un’anatomia costante per tutta la durata del fumetto. Ho calcato molto le caratteristiche fisiche di ogni personaggio, esagerando volutamente nei particolari. Penso che per il fumetto le cose debbano funzionare come per un certo tipo di teatro dove ogni movimento è esagerato per risultare più efficace, a scapito anche del realismo. Quindi il clochard ha la faccia tatuata, la ragazzina è rossa e ha le lentiggini, dei cacciatori uno è grasso e l’altro è magro (come in una classica coppia comica), il vecchio del cimitero d’auto è quasi cieco.







Per scoprire come venga esaminato il tema dell’Ambientazione, si possono osservare le fotografie utilizzate da lui durante il suo processo creativo. “Quando ho iniziato a disegnare Cosmo ambientando la sua fuga in una zona rurale di provincia, mi sono accorto che qualcosa non funzionava. Quello che sbagliavo è che ritraevo una campagna quasi spoglia da interventi umani. Così ho preso la macchina fotografica è sono andato in giro. Ho scoperto che in ogni singola inquadratura c’era qualcosa che “contaminava” la natura, un cartello, un traliccio della luce elettrica i fili del telefono, un guard-rail, un vecchio silos abbandonato. La commistione di elementi naturali e interventi dell’uomo mi ha colpito tantissimo. La campagna della pianura padana è ormai un ibrido, piante ed erbacce crescono di fianco e sopra stabilimenti abbandonati e piloni dell’alta velocità. Per questa ragione forse il paesaggio dove Cosmo fugge è diventato più comunicativo di un qualsiasi paesaggio che fa da sfondo ad una storia a fumetti, quasi come fosse un ulteriore personaggio. Mentre disegnavo Cosmo mi ripetevo spesso in testa il testo di una vecchia canzone di Lucio Dalla scritta da Roberto Roversi: “Il paesaggio è un’Italia sventrata dalle ruspe che l'hanno divorata.” La villa di Ofelia, dove Cosmo si nasconde, invece è una vecchia villa padronale nascosta in una selvaggia macchia verde che cresce nel mezzo di un campo. È una villa disabitata piena di atmosfera magica, a due passi dalla tangenziale ma allo stesso tempo proiettata in un altro mondo. Sono riuscito ad accedervi e a fare un po’ di foto di documentazione grazie ad Andrea Chiesi, amico pittore, che si è sistemato in un “bassocomodo” di fianco a questa villa. Nella parte in cui si manifesta il pensiero di Cosmo ho voluto liberamente visualizzare le immagini che potevano formarsi nella sua testa. Quando parla di animali, quindi, ho pensato di raffigurarli come fossero usciti da pagine di un’enciclopedia, perché ho pensato che proprio su quelle pagine un ragazzino di 15 anni poteva aver fantasticato. Ho sfogliato quindi vecchi “atlanti degli animali” e scaricato da Internet immagini di formazioni di nebulose e galassie.”


L’osservatore vagando attraverso questa scrivania visiva, pian piano potrà immergersi nell’atmosfera creativa di Marino Neri e nuotare nell’ universo di Cosmo.


Francesca Pergreffi e Marino Neri.

Sinossi del libro “Cosmo”
Cosimo parla pochissimo e non ama essere toccato.
Gli adulti lo chiamano “Cosmo”, per la sua passione per l'astronomia, e dicono che vive chiuso nel suo mondo. A 15 anni, però, è arrivato il momento di mettersi in viaggio, inseguire le stelle che si allontanano, incontrare altre solitudini…
Una piccola grande odissea on the road, tra periferie desolate e campagne, dove poesia e violenza esplodono improvvise.
Una storia delicata e piena di domande, dove macrocosmo e microcosmo dialogano incessantemente e anche gli astri, come gli umani, sottostanno alle leggi incomprensibili dell'universo.

Marino Neri è nato a Modena nel 1979.
Ha pubblicato i graphic novel Il re dei fiumi (2008) e La coda del lupo (2011), tradotti anche all’estero in diversi Paesi.
Nel 2012 ha vinto il premio “Nuove Strade” di Napoli Comicon e Centro Fumetto Andrea Pazienza come miglior talento emergente.
Ha tenuto mostre in tutta Europa e i suoi disegni sono stati pubblicati su numerosi quotidiani e riviste, da Internazionale a Le Monde.



venerdì 3 giugno 2016

Chiaccherata tra Francesca Pergreffi e Marino Neri su Cosmo - Libro edito ad aprile del 2016, nella collana Coconino Cult dalla casa editrice Coconino Press.



Francesca: Mi piace l’idea che nel racconto vi sia un’oscillazione costante tra il reale e il surreale. Vedo un’analogia con gli scritti di Lewis Carroll, dove mediante un slittamento di visione, il reale viene camuffato, e sfocia nel surreale. Trovo interessante che nella tua storia questo venga sottolineato da quelle che io definisco pause, che hanno una duplice funzione quella del coro greco e quella del glossario. Queste pause utilizzano degli elementi comuni, per esempio il “panettone con uvetta”, per descrivere delle “sensazioni esistenziali, infondendo un sentore di immaginifico e surreale. Esse amplificano anche la tua volontà iniziale di creare una storia per giustapposizioni d’immagini: narri tramite le illustrazioni.

Marino: Non so se il riferimento a Carroll sia giusto. Più che “surreale” userei il termine “straniamento”. Nella storia di Cosmo quello che fa percepire al lettore un qualcosa di “strano” è il fatto che alcuni personaggi reagiscono in maniera non “consona” a quello che il lettore si aspetta, creando situazioni e rapporti imprevedibili. (es. Ofelia non è spaventata dall’arrivo di un ipotetico ladro in camera sua, ma lo imprigiona all’interno di un armadio). Alcuni personaggi agiscono con “intenzioni” misteriose e questo crea un senso di incertezza nel lettore che è costretto ad abbandonare alcuni schemi preordinati. Questo gioca naturalmente contro la “plausibilità” della storia, ma penso che un lettore debba avere l’umiltà di seguire chi gli sta raccontando una storia, è una cosa che io da lettore/spettatore faccio spesso e con grande soddisfazione.



Francesca: Tu non assegni una moralità ai personaggi del libro, ma gli dai una valenza funzionale, per te sono elementi strutturanti della storia. In un’intervista hai definito Cosmo come una pagina bianca, assorbente, aggiungo io, lo capisco. Ma di fatto, e ritorno ad una mia riflessione più generale, credo che dietro ad ogni gesto creativo ci sia sempre una volontà, una scelta, magari a volte inconscia.  Quindi in questo frangente non parlerei di moralità, ma cosa c’è dietro ai personaggi?… ed estendo questo “dubbio” anche alle pause/cori greci.  
 Marino: Il lavoro sui personaggi che incontra Cosmo è un lavoro “a togliere” direi quasi d’ “astrazione” questo da a loro una valenza simbolica, il lettore si chiede se dietro c’è qualcosa d’altro per via di questa tendenza all’astrazione e il racconto acquista una sorta di trasparenza. Anche i dati scientifici che ho utilizzato per le “pause/coro” servono per dare un ulteriore senso di vertigine. È come guardare dentro un telescopio: le immagini per effetto dell’ingrandimento acquistano una forma nuova. Diventano altro. I dati scientifici snocciolati per darci più certezze danno un effetto contrario e ci catapultano in un mondo che non conosciamo più.


Francesca: Dire di più con meno.  Mi spieghi come lo attui? Lo noto già nella tua scarnificazione del segno e in una maggiore pulizia nella tavola

Marino: Per me il fumetto è sintesi. La mia scuola in fondo è quella più “classica”: quella che parte da Caniff e Sickles o Roy Crane, passa per Pratt, Micheluzzi, Toth fino ad arrivare ad alcune cose di Mazzucchelli o Jaime Hernandez (più spostati verso il cartoons). Tutti autori che pensano al fumetto come riduzione ai minimi termini del bianco e nero e al disegno come una sorta di “calligrafia”.



Sinossi del libro Cosmo:
Cosimo parla pochissimo e non ama essere toccato.
Gli adulti lo chiamano “Cosmo”, per la sua passione per l'astronomia, e dicono che vive chiuso nel suo mondo. A 15 anni, però, è arrivato il momento di mettersi in viaggio, inseguire le stelle che si allontanano, incontrare altre solitudini…
Una piccola grande odissea on the road, tra periferie desolate e campagne, dove poesia e violenza esplodono improvvise.
Una storia delicata e piena di domande, dove macrocosmo e microcosmo dialogano incessantemente e anche gli astri, come gli umani, sottostanno alle leggi incomprensibili dell'universo.



Marino Neri è nato a Modena nel 1979. Ha pubblicato i graphic novel “Il re dei fiumi” (2008) e “La coda del lupo” (2011), tradotti anche all’estero in diversi Paesi. Nel 2012 ha vinto il premio “Nuove Strade” di Napoli Comicon e Centro Fumetto Andrea Pazienza co-me miglior talento emergente. Ha tenuto mostre in tutta Europa e i suoi disegni sono stati pubblicati su numerosi quotidiani e riviste, da Internazionale a Le Monde.

5/6/16 inaugura la mostra "Cosmo:genesi di un racconto a fumetto" di Marino Neri a cura mia e di Filippo Bergonzini, allo Spazio Meme di Carpi