lunedì 27 febbraio 2017

CANDY, il glossario dei sentimenti d’Ilaria Clari



  
CANDY, il glossario dei sentimenti d’Ilaria Clari


 
My love is like a seed baby, just needs time to grow, acquerello digitale, china marrone, 17 aprile 2016


Se l'asse cede, se la
voce affonda,
c'è qui
nell'aria, la
parola-ramo
che ci tiene.

Elisa Biagini, Da una crepa


Legata profondamente al disegno ma al contempo, tanto, come lei stessa rivela, da intrattenere con esso un rapporto d’amore e odio, di necessità e avversione insieme, Ilaria Clari avverte scalpitante l’urgenza irrefrenabile di raccontare, attraverso le immagini, qualcosa della sua storia e, di riflesso, del mondo che la circonda.
La mostra CANDY mette in luce queste due costanti concatenate: il rapporto ambivalente col disegno e l’esigenza del raccontare a partire da sé.
Clari si riconcilia con il disegno attraverso la scelta di riprodurre digitalmente, utilizzando il computer, una tecnica analogica: l’acquerello.
Le caratteristiche dell’acquerello sono tante, ma lo ricordiamo principalmente per  l’esecuzione rapida; per la facile trasportabilità dei materiali; per essere stato utilizzato in passato, per studi di paesaggio, di animali, di guerrieri, di scene sacre e profane; per effettuare riproduzioni botaniche e scientifiche, dato che il mezzo può essere utilizzato all'aperto; ultimo ma non meno importante, per il senso di leggerezza che emana.
Digitalizzare l’acquerello significa, per Ilaria Clari, ponderare il gesto sfrenato della matita, effettuare una pausa, senza privarsi del senso della rapidità del tratto, né della sua fluidità.
Dopo aver imbastito il disegno con il computer, Clari stampa dieci copie per ogni opera sulla carta Modigliani color panna utilizzata per gli acquerelli. Le accade, però, di non riuscire a tenere a freno le mani: il titolo dell’opera, il suo nome e il numero di stampa li incide sul foglio a secco, e in alcuni casi compie degli interventi a china marrone o nera su alcuni particolari.
Ma scegliere l’acquerello, che ricordiamo è la tecnica utilizzata per gli studi, significa anche mostrare l’altra costante della sua ricerca, caratterizzata, come sottolineato dalle sue stesse parole, dal fatto:  “che ogni immagine racconti qualcosa della mia storia”.
La mostra CANDY è un glossario dei sentimenti.
Ogni lavoro è vocabolo della sfera affettiva che racchiude la relazione con sé e l’altro.
Interrogandosi e scoprendo a tutto tondo il corpo, le pulsioni, le paure, i desideri, i dubbi, le accettazioni, la goffaggine, Clari parte da se stessa e pone l’accento su cosa significhi essere tra, nella relazione tra due soggetti. “Chi sei tu, tu che non sarai mai me o mio/a, te che non conoscerò mai a fondo, e per il quale/la quale mai sostituirò me stesso/a”[1].
Una poetica della relazione, quella della Clari, incentrata sulla messa a nudo della carne.
Un mondo rosa tenue e zuccherino come le caramelle – candy -  che non sfocia mai nella leziosità, ma che protende verso l’ospitalità, l'accoglienza dell’altro, nel rispetto della differenza e delle differenze.

Francesca Pergreffi, febbraio 2017













[1]
                        [1] Luce Irigaray, L’ospitalità del femminile, Il Melograno, 2014







Do setting sex, acquerello digitale, china marrone, 11 maggio 2016

Love is melting, acquerello digitale, china marrone, 8 maggio 2016


My thundering sadness, acquerello digitale, china nera, 14 marzo, 2016


Fucking on the first date, acquerello digitale, 29 maggio 2016


Private oasis, acquerello digitale, china marrone, 28 febbraio 2016




Le opere di Ilaria Clari sono in mostra allo Spazio Meme, in via Giordano Bruno 4, a Carpi.
Dal 19 febbraio al 16 aprile 2017.

CANDY- Spazio Meme




CANDY- Spazio Meme


CANDY -Spazio Meme